Che cosa sono le passività finanziarie?

Quando parliamo di passività finanziarie facciamo riferimento a impegni economici legati a mutui e finanziamenti, che normalmente le persone utilizzano per acquistare beni o servizi che richiedono cospicue somme di denaro.

In economia aziendale sono detti passività finanziarie o finanziamenti diretti, gli apporti di capitale che provengono da fonti esterne all’impresa come istituti di credito, banche, etc, allo scopo di sopperire alle necessità economiche della
stessa.

Chi e con quali criteri può ottenere il mutuo/finanziamento

L’accesso alla passività finanziaria è determinato dalla presenza di alcune condizioni che misurano la capacità di rimborso del richiedente. Le condizioni sopra citate sono misurate dal rating, che non è altro che una valutazione che l’istituto di credito/società finanziaria ecc. attribuisce al richiedente sulla base di informazioni interne ed esterne.

Le informazioni interne sono misurate:

  1. dalla gestione corretta del proprio conto corrente e/o dei propri affidamenti (sbf, anticipo fatture, finanziamenti, fidi di cassa, carte di credito ecc.);
  2. dalla situazione reddituale e patrimoniale del richiedente e degli eventuali fideiussori (prestatori di garanzia) al momento della richiesta del mutuo/finanziamento;
  3. dalla capacità prospettica di generare flussi di cassa.

Le informazioni esterne sono determinate dalla Centrale Rischi Interbancaria rilasciata dal Crif o dalla Banca d’Italia che forniscono:

  1. una fotografia dei totali affidamenti presenti presso il sistema creditizio bancario e finanziario;
  2. informazioni circa eventuali segnalazioni di sconfinamenti e/o di non corretto assolvimento degli impegni finanziari assunti (rate di mutui non pagate o pagate in ritardo, sconfinamenti di fidi di cassa, carte di credito non pagate ecc.).

Cos’è un piano di ammortamento?

Il piano di ammortamento non è altro che la fotografia della durata, dei termini, delle condizioni ed in generale tutte le informazioni inerenti al mutuo/finanziamento concesso che definiscono il programma di rientro e di estinzione dello stesso. Tali termini e condizioni sono riconducibili ai seguenti elementi:

  1. tasso applicato (variabile o fisso)
  2. spread aggiunto al tasso (euribor, irs. eurirs)
  3. eventuale preammortamento (periodo nel quale si paga solo la quota interessi)
  4. tipo di ammortamento (es. francese, all’italiana, a rata costante ecc.)
  5. composizione della rata (quota capitale e quota interessi)
  6. ecc

Quanto si può chiedere e quanto può durare un mutuo/finanziamento?

L’ammontare della passività finanziaria che si può ottenere è determinato dalla coerenza e dalla presenza della finalità per cui viene richiesto con la capacità di rimborso attuale prospettica del richiedente e degli eventuali fideiussori.

La sua durata è dipendente dalla tipologia del finanziamento concesso (chirografario, ipotecario, credito al consumo ecc.) e può andare da 12 mesi a 30 anni.

Conviene più il tasso fisso o il tasso variabile?

La risposta a questa domanda non è mai univoca, ma va contestualizzata alla tipologia della passività finanziaria richiesta, alla durata della stessa, al momento storico in cui è richiesto l’importo del finanziamento. Queste sono da considerarsi infatti tutte delle variabili che devono essere verificate caso per caso e che possono determinare in epoche diverse scelte diverse.

A titolo di esempio si cita il presente momento storico che vede l’euribor negativo. Questo fatto rende i tassi variabili, per operazioni di mutuo di breve termine, in generale più convenienti rispetto alle passività finanziarie a tasso fisso, soprattutto alla presenza di eventuali pre ammortamenti.

La documentazione necessaria per accedere alle passività finanziarie

Per istruire e perfezionare una pratica di finanziamento occorrono i documenti sotto elencati che devono essere predisposti e redatti da professionisti del settore per aumentare la percentuale di successo di una delibera positiva.
Per le società i documenti che corredano la pratica istruttoria sono:

  1. Documento d’identità e codice fiscale del richiedente (se ditta individuale e SNC);
  2. Documento d’identità e codice fiscale del socio accomandatario per le SAS;
  3. Documento d’identità e codice fiscale del presidente del CDA (se società di capitali);
  4. Visura camerale aggiornata;
  5. Delibera assembleare che autorizzi l’amministratore (in caso di SRL) a perfezionare la pratica di finanziamento;
  6. Bilanci ultimi 3 anni (depositati in CCA per le SRL);
  7. Bilancio provvisorio anno in corso;
  8. Business plan triennale;
  9. Relazione illustrativa del business plan;
  10. Dettagli affidamenti (con indicazione dei vari istituti di credito e delle linee di credito accese per ogni istituto);
  11. Copia preventivi degli investimenti da fare;
  12. Copia documenti inerenti eventuali progetti da finanziare;
  13. Eventuali ulteriori documenti richiesti dalla banca o dalla Società finanziaria (es. denunce dei redditi personali, visura catastale ecc.).

Per i privati i documenti che corredano la pratica istruttoria sono:

  1. Documento d’identità e codice fiscale del richiedente;
  2. Ultima denuncia dei redditi;
  3. Ultime 3 buste paghe;
  4. Contratto di assunzione;
  5. Preventivo degli eventuali acquisti da finanziare;
  6. Dettagli affidamenti (con indicazione dei vari istituti di credito e delle linee di credito accese per ogni istituto);
  7. Eventuali ulteriori documenti richiesti dalla banca o dalla Società finanziaria (es. denunce dei redditi personali, visura catastale ecc.).

Cosa può bloccare l’ottenimento di una passività finanziaria

I motivi per cui, una volta istruita la pratica, si può arrivare ad avere una delibera negativa che nella sostanza boccia l’accesso al credito sono i seguenti:

  • Mancata capacità di rimborso del richiedente;
  • Presenza di segnalazione in Centrale Rischi, Banca d’Italia ecc.
    • Per le società: la segnalazione può essere sia in capo all’azienda sia in capo ai soci sia in capo all’amministratore;
    • Per le persone fisiche: la segnalazione è in capo al richiedente;
    • Per entrambi i soggetti su indicati la segnalazione può riguardare l’eventuale fideiussore o eventuale terzo prestatore di garanzia;
  • Rating non consono alla richiesta di finanziamento avanzata.

Perché e quando rivolgersi a SOS Debitori

Lo studio accurato di ogni situazione di contenzioso è per SOS Debitori la mission principale che persegue grazie ad una consolidata esperienza nella gestione dei contenziosi.

Sos Debitori con sede a Imola ma operativa in tutta Italia, esegue un’analisi approfondita del contesto in cui si trova il cliente analizzando il valore delle proprietà (beni mobili ed immobili) possedute e potenzialmente aggredibili, la capacità reddituale e patrimoniale degli eventuali fideiussori. Sulla base di tutte queste informazioni determina, propone e condivide con il cliente una strategia ed un percorso finalizzato o alla definizione di un saldo e stralcio, o alla definizione di un piano di rientro rimodulato sulla nuova e più bassa capacità di rimborso del debitore.

È fondamentale comprendere che i tempi, i termini e i modi per arrivare a perfezionare un saldo e stralcio o un piano di rientro ristrutturato dalla passività finanziaria, variano caso per caso e dipendono:

  • dalla fase in cui si trova il contenzioso al momento in cui viene affidato l’incarico professionale a Sos Debitori;
  • dagli elementi patrimoniali e reddituali;
  • dal contesto in cui si trova il debitore.

La nostra esperienza porta ad affermare che è quasi sempre possibile trovare un accordo di definizione a condizione che il debitore manifesti una minima capacità di rimborso e la volontà seria di definire la propria posizione.

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