Attualmente, secondo un report C.R.I.F, quasi la metà degli italiani maggiorenni (il 42,2%) ha un prestito o un mutuo in corso.

Nella maggior parte dei casi i debitori riescono a far fronte al pagamento delle rate mensili. Tuttavia, a volte, si verificano imprevisti ed inconvenienti che creano situazioni di difficoltà che sconvolgono il normale flusso della vita quotidiana e rendono impossibile rispettare le scadenze delle rate.

Purtroppo queste situazioni capitano sempre più frequentemente, soprattutto a seguito dell’emergenza Covid durante la quale l’ammontare totale delle rate non pagate è cresciuto di quasi un miliardo di euro (da 11 miliardi e 559 milioni di euro a 12 miliardi e 373 milioni di euro secondo un Report della Federazione autonoma bancari italiani).

Ciò significa che sono sempre più numerose le famiglie che si ritrovano nell’impossibilità di pagare le rate dei prestiti fino ad arrivare ad una condizione di totale insolvenza, non riuscendo a fare un piano di rientro delle proprie passività e trovandosi così ad affrontare una ingiunzione di pagamento.

Che cos’è un decreto ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo è il provvedimento che il Giudice emette a seguito di ricorso da parte di un creditore che vanta un credito basato su prova scritta.

Si tratta di una scelta, per la quale, tuttavia, devono sussistere i presupposti richiesti dalla legge, che comporta un iter burocratico abbastanza rapido, più immediato e meno costoso rispetto alla normale procedura di recupero crediti con il procedimento giudiziario ordinario.

Come funziona?

Una volta depositato il ricorso, ed in presenza dei presupposti per il suo accoglimento, il Giudice emette il decreto ingiuntivo con il quale viene ingiunto al debitore:

  • il pagamento di una somma di denaro;
  • la consegna di una determinata quantità di beni fungibili;
  • la consegna di un determinato bene mobile.

Nell’ingiunzione di pagamento il Giudice indica il termine di 40 giorni dal ricevimento da parte del debitore della notifica entro il quale può decidere di saldare il suo importo di denaro dovuto o di presentare, qualora vi siano i presupposti, opposizione al decreto ingiuntivo.

Se il debitore non adempie al pagamento ingiunto nel termine di 40 giorni dalla notifica oppure non propone, sempre nel medesimo termine, l’opposizione al decreto, il creditore può procedere con la fase esecutiva.

Il decreto ingiuntivo può essere concesso, in alcuni casi, provvisoriamente esecutivo; ciò significa che il creditore può procedere subito con la fase esecutiva senza dovere attendere i 40 giorni. 

In queste situazioni, è necessario attivarsi immediatamente per un eventuale accordo oppure, in presenza dei presupposti, proporre subito opposizione con richiesta di sospensione della provvisoria esecutorietà del decreto.

Quali sono i termini di un decreto ingiuntivo?

E’ utile sapere che gli atti giudiziari, per essere validi, devono essere sempre notificati al destinatario entro termini precisi stabiliti dalla legge.

Infatti, la notifica di un decreto ingiuntivo deve essere perfezionata entro la scadenza fissata di 60 giorni dalla sua emanazione, per garantire che l’iter si svolga correttamente, poiché diversamente, scaduti i termini, il decreto ingiuntivo perde la sua validità; resta salva la possibilità di richiedere al Giudice la rimessione in termini fornendo prova del fatto che il decorso del termine è conseguenza della difficoltà nel reperire il debitore per una valida notifica dell’atto.

Cosa fare dopo la notifica del decreto ingiuntivo?

Una volta che il decreto ingiuntivo viene notificato al debitore, egli può agire sulla base di tre possibilità, entro i 40 giorni stabiliti dalla legge:

  • accettare di saldare entro i termini la somma di denaro che deve al creditore, a cui verranno aggiunti gli interessi e le spese legali. In alternativa ha anche la possibilità di rateizzare l’importo di denaro dovuto, a patto che la controparte accetti;
  • presentare opposizione entro il tempo stabilito contestualmente ai documenti che provino l’inesistenza della passività o altre valide motivazioni di contestazione dello stesso. In questo modo si apre un giudizio ordinario davanti allo stesso tribunale che ha emesso il decreto ingiuntivo e all’esito della causa il giudice può rigettare l’opposizione e confermare il decreto ingiuntivo o, al contrario, accogliere l’opposizione e annullare il decreto;
  • rifiutare il pagamento del denaro dovuto

Che cosa accade al debitore se rifiuta di pagare?

Se il debitore decide di non saldare la propria passività, di non contattare la controparte per un eventuale accordo o di non opporsi al provvedimento, il creditore può iniziare la fase esecutiva, con la preventiva notifica dell’atto di precetto e successiva fase del pignoramento, informandosi sulla disponibilità patrimoniale dell’ingiunto.

Con l’atto di precetto viene intimato il pagamento entro dieci giorni dalla notifica, durante i quali il debitore può ancora decidere di pagare o di trovare un accordo.

Decorsi i dieci giorni, il creditore può procedere con la fase del pignoramento, aggredendo il conto corrente, lo stipendio, la pensione, i beni mobili ed immobili.

Naturalmente, in ogni fase è sempre possibile trovare e formalizzare un accordo; tuttavia, più l’esecuzione procede, maggiormente difficile è trovare un accordo conveniente, soprattutto se l’esecuzione risulta positiva.

Quanto tempo passa tra il decreto ingiuntivo e il pignoramento?

E’ difficile stimare con precisione il tempo che può decorrere tra l’emissione del decreto ingiuntivo e la notifica di un pignoramento. 
In genere, pur nella diversa velocità o meno dei vari Tribunali, si può stimare un periodo dai 4 ai 6 mesi.

Pertanto, sussiste un sufficientemente ampio arco temporale in cui il debitore e il creditore possono instaurare una trattativa per rinvenire una soluzione bonaria prima che inizi la fase del pignoramento.

Alla luce di quanto scritto, ogni situazione debitoria presenta il concreto rischio di vedersi notificare un decreto ingiuntivo e successivamente un pignoramento.

E’ sempre consigliabile, in mancanza di motivi di opposizione, trovare un accordo con il creditore non appena si riceve la notifica di un decreto ingiuntivo senza attendere che vengano attivate le fasi esecutive.

Ciò non significa che anche nel caso di situazioni più complesse, in quanto già in avanzata fase esecutiva, sia essa immobiliare o con pignoramento di conto corrente o di stipendio, non sia sempre possibile tentare una trattativa.

Vista la complessità dell’argomento, affrontare e risolvere decreti ingiuntivi e possibili pignoramenti, richiede una competenza tecnica ed esaustiva, ed è per questo motivo che è bene rivolgersi a esperti nella gestione dei debiti in contenzioso, come SOS Debitori, che potranno agire in modo idoneo e procedere ad un’azione di riconciliazione che aiuti a ridurre la passività e trovare un accordo con il creditore.

Se anche tu, non sei sicuro di come puoi gestire prontamente la notifica di un decreto ingiuntivo, o qualunque problema debitorio, chiamaci al numero verde 800456005, scrivici su Whatsapp, o contattaci alla mail info@debitorisos.it

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